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2 MARZO
MOTORI/MOTO/MOTOGP

Rossi ancora in sella, il mondo delle moto ringrazia.

GUIDO BAGATTA

Credo che Valentino Rossi sia da considerare alla stregua di una specie protetta in via di estinzione. Con lui, come in precedenza era accaduto solo con Panatta per il tennis e con Tomba per lo sci, il mondo delle moto ha avuto per un ventennio, un vero e proprio patrimonio da gestire (e da spremere) a suo piacimento. Come Panatta e Tomba, Valentino è quello che gli anglosassoni amano chiamare “un maverick”, un pezzo unico, uno che sul “lavoro” fa la differenza, ma che poi fa parlare di se sempre, 24/7. Intendiamoci, non che Vale si sia fatto “usare” a piacimento di terzi e basta, senza ricavarne nulla, anzi, ma il suo personaggio, doppiamente vincente (in pista e fuori) ha reso le due ruote cento volte più popolari di prima.

Ovvio che a tutto questo abbia contribuito anche l’esplosione dei diritti TV, con la Rai che, dopo aver sottovalutato per anni il potenziale che aveva tra le mani, proprio nel momento dell’ascesa di Rossi dalle classi minori all’allora “500”, mollò il bastone, prima ad Italia Uno, alla quale poi è subentrata Sky. Senza tutto quello che in questi anni è cresciuto, a livello di tecnologia delle riprese, contemporaneamente al fenomeno Rossi, il “karma” del 46 non sarebbe probabilmente bastato a farlo diventare per anni lo sportivo italiano più conosciuto al mondo, quasi più dei calciatori campioni nel 2006.

Il personaggio Valentino ha vissuto da rockstar sin dal primo mondiale 125 con l’Aprilia, con suo padre Graziano, che sembrava aver già capito tutto su cosa aveva per le mani, al di là di un ragazzino con il sorriso stampato sempre in faccia che sgasava e vinceva più di chiunque altro, già con le minimoto.

Potendolo fare, il circus della moto GP dovrebbe cercare di clonare Rossi un po’ come si fece in Inghilterra, tra l’altro con successo, con la pecora Dolly. Senza di lui, anche se negli ultimi anni non è stato più il dominatore di una volta, quando si ritirerà, le moto saranno una cosa completamente differente da quello a cui siamo stati abituati praticamente dal 2000 in poi. Se ci riuscite, fateci caso e pensate a qualche momento in cui Vale non ha corso per infortunio: le gare erano un’altra cosa, era come se si fosse perso un pezzo. Anche l’anno scorso, quando si è dovuto fermare per il Covid, seppur fosse lontanissimo dalla vetta della classifica, Rossi è mancato a tutti, in pista ad avversari, meccanici ed addetti ai lavori, ma soprattutto a casa.

In generale per il mercato globale dei diritti TV, che la Dorna ha conquistato negli anni (tranne gli Stati Uniti, che sono un caso a parte), Vale è stata una gallina dalle uova d’oro , per l’Italia una specie di Moloc intoccabile, ed è per questo che gli amici di Sky devono fargli un monumento se, contro molte leggi fisiche, a 41 anni abbondanti il “dottore” ha voluto continuare per un’altra stagione.

Non avrà più l’età, correrà pure per un team satellite come la Yamaha Petronas, rischiando di farsi mettere sotto da uno come Morbidelli di cui era l’idolo sommo sino a qualche anno fa, ma pur sempre scenderà in pista. Ma ci pensate, a livello di marketing, in un’annata piena di incertezze con, tra l’altro, un Marquez di cui si hanno davvero poche certezze, e con la Ducati che arriva dall’anno più problematico della sua recente storia, cosa sarebbe stato, un mondiale, senza il 46 in griglia?

Per fortuna di tutti, e senza che nessuno insistesse troppo, Rossi ha deciso che di gas ne aveva ancora abbastanza per divertirsi almeno ancora una stagione, tenendo alta, da solo, l’asticella dello spettacolo. In pista ma anche fuori, con il suo modo unico di interfacciarsi con tutti, Vale sarebbe mancato … ”più di troppo”. Certo, prima o poi anche lui dovrà smetterla, ma credetemi, molto meglio per tutti, che la “rella” delle pieghe impossibili e delle sportellate d’altri tempi, non gli sia ancora passata affatto.

GUIDO BAGATTA
Valentino Rossi

Getty ImagesValentino Rossi

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