MOTORI/FORMULA 1

Il triste oblio della Formula 1 moderna

6 SETTEMBRE
MOTORI/FORMULA-1

A Zandvoort è andato in scena l'ennesimo GP all'insegna della noia e senza nessuna sorpresa, con la Ferrari come comparsa: urge ripensare al più presto uno sport che coinvolge sempre meno gli spettatori.

GUIDO BAGATTA

Riprendiamo il discorso praticamente dove lo avevamo lasciato un mesetto fa, dopo un'estate memorabile per lo sport italiano che, tanto per non farsi mancare nulla, si è conclusa con l’oro del volley femminile all’Europeo e il record assoluto di medaglie vinte alle Paraolimpiadi di Tokyo. 

Intanto in un weekend senza calcio di club e con l’Italia che si è complicata la vita facendosi blindare da una modesta Svizzera sullo 0-0, a Zandvoort è andato in scena tutto quello che la Formula 1 di questo periodo può dare ai propri appassionati (se ne esistono ancora….). Due piloti nettamente superiori agli altri, con due macchine che permettono loro di fare davvero la differenza seguiti da un vuoto assoluto, che ha contribuito a rendere il ritorno della F1 in Olanda dopo un eternità (l’ultima volta, tanto per capirci, era stata anche l’ultima vittoria per Niki Lauda….) una specie di dose extra di melatonina.

Dopo quello che era accaduto la settimana scorsa in Belgio, la F1 aveva bisogno di tutto tranne che di una gara come quella che è andata in scena nella terra di Verstappen. D’accordo il colore, il tifo dei 90 mila spettatori, il caldo che una volta tanto ha reso piacevole anche una nazione che abbiamo sempre visto con le nuvole e la pioggia, benissimo anche il circuito vecchio stile con le due (semi) paraboliche, ma poi, alla fine ha vinto ancora una volta la noia. 

Zandvoort appartiene a quei tracciati di una volta, dove chi disegnava le piste sembrava non pensare al succo delle gare motoristiche: il sorpasso e lo spazio per effettuarlo. E con questo tipo di pista, anche se la Mercedes avesse azzeccato un po’ più di tattica al computer, nemmeno un super Hamilton avrebbe mai potuto passare un Verstappen per altro ispiratissimo dal sabato delle qualifiche alla bandiera a scacchi. Qualcuno ha sottolineato lo spettacolo delle tribune, portandolo come un esempio per il successo della Formula 1.

Onestamente, e con tutto il rispetto per il popolo olandese, ma a noi italiani (ed a tre quarti del mondo intero) frega davvero poco di tutto quello che è accaduto attorno al Gp di Zandvoort, la F1 ha bisogno di globalità e questa non arriva certo con show locali che nulla possono dare ad una disciplina che continua a scendere negli ascolti un po’ dappertutto, mal sostenuta da una Ferrari che procede correndo in modalità “Ghost” (i doppiaggi subiti da Sainz e Leclerc non aiutano certo la causa) e da singoli duelli tra piloti che hanno poco da dire a livello di presa di massa.

Vedremo se a Monza le cose miglioreranno, ma l’impressione è che oramai per questa edizione del campionato continueremo a vedere il solito testa a testa con diciotto spettatori aggiunti sull’asfalto. Vittoria finale a parte, con l’interesse che indubbiamente si porta dietro, bisognerà aspettare il prossimo marzo, con le nuove macchine e le nuove regole, per capire se questa Formula 1 potrà ritrovarsi e risvegliarsi o se sia realmente sulla via dell’oblio.

Di sicuro quelli di Liberty Media (che possiede la maggioranza del circuit) dovranno lavorare pesantemente sul mondo dei giovani, che hanno abbandonato in massa le corse e per i quali GP da quasi due ore, con sempre “quelli” che vincono  e con nessuna possibilità di coinvolgimento diretto, non hanno nessuna chance di avere un benchè minimo appeal. Partendo magari dai prezzi dei biglietti per le gare (vedi Monza) che, oltre a costare un occhio della testa, non danno ai tifosi null’altro, se non un posto inchiodato su un duro sedile in tribuna. Davvero pochino, considerando che, almeno il divano di casa, è decisamente più morbido.

GUIDO BAGATTA
Hamilton, Verstappen

Getty ImagesMax Verstappen festeggia la vittoria nel Gp di casa in Olanda

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