CICLISMO

Aru, un futuro che sa ancora di ciclismo ma senza nostalgie per il passato

19 GENNAIO
CICLISMO

Il sardo, recentemente alle prese col Covid-19, ha confermato che continuerà ad operare nel settore e a tener d’occhio, senza alcun rimpianto, anche il mondo delle corse.

SPORT TODAY

Studio, famiglia e una passione per la bici ancora molto forte. È questo ciò che anima le giornate da ex professionista di Fabio Aru che, lentamente ma con grande serenità, ha già iniziato un nuovo capitolo della sua vita.

Il sardo infatti, anche se costretto recentemente a fermarsi causa Covid-19, si è dato un gran daffare nelle scorse settimane per avviare una nuova avventura professionale, un’esperienza questa che, come ha confermato lui stesso, lo vedrà ancora profondamente immerso nel mondo del ciclismo.

“La ricostruzione di un nuovo lavoro mi ha impegnato parecchio in questo periodo. Prima della positività al Covid ho girato molto per concludere diverse sponsorizzazioni con alcune aziende, che avremmo dovuto lanciare in questo periodo” ha rivelato a Sport2day un Aru che non ha perso la buona abitudine di andare in bici e tenersi in forma.

“Nelle mie giornate c’è comunque sempre stato un po’ di spazio per lo sport: un’ora/un’ora e mezza al giorno sono quasi sempre riuscito a ritagliarmela. Per il resto sono stato in famiglia e sto studiando francese, per aggiungere una lingua al mio bagaglio culturale” ha continuato il sardo prima di spiegare come non gli manchi affatto il contesto agonistico.

Nostalgia delle corse? No, sono felice. Logicamente è stata una scelta importante, come ho sempre detto. Questo non significava abbandonare definitivamente la mia passione e quello che è stato il mio lavoro per tanti anni, infatti [...] sarò ancora nel settore ciclismo, anche se non direttamente in una squadra. Comunque, non mi manca il fatto di essere un ciclista professionista. Ora ho la possibilità di divertirmi in bici e di fare anche altro”.

Aru però continuerà a seguire cosa accadrà tra i pro’, un mondo dove, nonostante la concorrenza, sono in tanti gli italiani che possono fare bene

“L’anno scorso Ciccone è stato sfortunato sia al Giro che alla Vuelta. Mi aspetto buone cose da lui nel 2022, magari con un pizzico di fortuna in più. Anche Fortunato, con un anno di esperienza in più, penso possa far bene. Un consiglio per i giovani? Non bisogna perdere tempo, fin dalle categorie giovanili. Anche negli anni in cui vai a scuola, devi impegnarti tantissimo in quello che fai” ha chiosato il Cavaliere dei Quattro Mori.

Fabio Aru

Getty ImagesFabio Aru

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