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Ciclismo, Froome attacca l'Uci dopo aver vietato la sua "super-tuck"

6 FEBBRAIO
CICLISMO

Anche il polacco Kwiatkowski ha preso le difese del collega keniota

SPORT TODAY

La decisione di vietare la posizione "alla Froome", presa dall'Unione Ciclistica, ha fatto molto discutere i campioni della bicicletta. Il primo ad alzare la voce è stato Michal Kwiatkowski che in Francia, a causa di una macchia di gasolio, è cascato prima di tagliare il traguardo per primo. A cyclingnews.com, il polacco ha toccato un tema fondamentale per questo sport: “Per favore, pensiamo ai rischi veri come questo, c’è molta strada da fare dal punto di vista organizzativo sul tema della sicurezza. Per esempio la sicurezza delle strade oppure le transenne. Invece pensiamo alla lunghezza dei calzini e a vietare la posizione ‘super-tuck’ in discesa. Tra un po’ ci impediranno di alzare le braccia per festeggiare una vittoria”.

Una mossa, quella di Froome, che ha contribuito a renderlo uno dei più grandi ciclisti della storia. Il keniota ha trionfato una volta nel Giro d'Italia, due nella Vuelta e ben 4 in Francia. Un curriculum invidiabile, messo adesso a dura prova dalle nuove direttive dall'alto: “La sicurezza e il benessere dei corridori sono al centro delle preoccupazioni dell’Uci”, ha detto David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale.

Chris Froome non ha certo smorzato le proteste, tutt'altro, essendo il principale corridore chiamato in causa. Su Twitter, il naturalizzato britannico ha risposto a Lappartient, postando un suo video in cui allarga i gomiti, un suo marchio di fabbrica: “Adesso diranno che non si potrà più fissare sempre lo sguardo sull’attacco del manubrio e pedalare con i gomiti larghi...”.

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