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In casa Inter è ufficialmente partita la festa scudetto. I nerazzurri mettono in bacheca il loro 20° titolo e dalla prossima stagione giocheranno con la seconda stella sul petto. Dalla squadra al tecnico Simone Inzaghi, passando per i dirigenti e il presidente Zhang fino ai tifosi: c'è grande emozione per il traguardo raggiunto. Tra gli artefici della vittoria del tricolore c'è sicuramente il direttore sportivo Piero Ausilio, uno cresciuto in casa, uno che la maglia nerazzurra ce l'ha tatuata sul corpo come una seconda pelle.
Intervenuto ai microfoni di DAZN dopo il successo nel derby che vale lo scudetto ha commentato: «Abbiamo forse sbagliato a fare troppo veloci i giocatori, ora magari ci si aspetta qualcos’altro. Ma due li abbiamo fatti. Poi cercheremo di capire meglio numeri e budget. Siamo abituati a lavorare in una situazione che non è poi così complicata come sembra da fuori. Non c’è nulla di male ad iniziare una stagione in questa situazione». Il riferimento, ovviamente, è ai due colpi a parametro zero già piazzati da Marotta & co: il centrocampista polacco Piotr Zielinski e l'attaccante iraniano attualmente in forza al Porto Mehdi Taremi.
Ausilio non dimentica poi gli osservatori che per tutto l'anno vanno in giro per il mondo a scovare opportunità e giovani talenti: «Oggi dedico questo Scudetto anche a loro - commenta -, se Marcus Thuram è all’Inter è grazie al lavoro di questa gente e alla programmazione di questa gente da due anni a questa parte. Ci sono stati anni difficili - prosegue -, sono entrato da ragazzino con qualche capello in più. C’è dietro anche tantissima esperienza e ci sono tanti insegnamenti di questi anni. Una delle cose che mi ha caratterizzato è stata l’esperienza con tre proprietà diverse: ho lavorato con la famiglia Moratti che mi ha permesso di fare un percorso dal settore giovanile alla prima squadra. Poi con Erick Thohir che mi ha dato la responsabilità della prima squadra e ora con Suning col quale abbiamo fatto un gruppo fantastico. C’è grande empatia, nessuna gelosia ma voglia di fare il bene dell’Inter sapendo ognuno i propri compiti. Senza questo lavoro da parte di tutti non si arriva a questi risultati, chi lavora in questo club lo fa per amore dell’Inter». Infine, sull’esultanza: «Mi sono stirato al polpaccio per fare uno scatto, penso di stare due mesi fuori. Stagione finita», conclude sorridendo.
Getty ImagesPiero Ausilio, Giuseppe Marotta e Alessandro Antonello, Inter