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Sarri al veleno: "Scudetto con la Juventus neanche festeggiato. Ronaldo? Una multinazionale"

6 LUGLIO
CALCIO

Ai microfoni di Sportitalia il neotecnico della Lazio è tornato a parlare dell’esperienza alla Juventus, del ritorno al Napoli sfumato in inverno e del periodo lontano dai campi.

SPORT TODAY

Non le manda a dire Maurizio Sarri. Come sempre mai banale nelle sue dichiarazioni, l’allenatore della Lazio ai microfoni di Sportitalia si è voluto togliere più di un sassolino dalla scarpa nei confronti dell’ultimo club per il quale ha allenato prima di firmare con i biancocelesti: la Juventus.

"Lo Scudetto con la Juventus è stato dato per scontato all’esterno e purtroppo anche all’interno della stessa Juventus. Non lo abbiamo neanche festeggiato, ognuno è andato a cena per conto suo. Forse l’anno giusto per andare alla Juve era questo, visto che hanno festeggiato per il quarto posto” ha detto senza peli sulla lingua il tecnico classe 1959 il quale, poi, ha ammesso le difficoltà nell'avere a che fare con uno come Cristiano Ronaldo.

“La gestione di Cristiano non è semplice anche perché non parliamo solo di un calciatore, ma di una multinazionale. Io sono più bravo nell'allenare che nel gestire”.

Sarri quindi, in sostanza, ha confermato di aver vissuto trascorsi tutt’altro che entusiasmanti sulla panchina del club bianconero, squadra che la scorsa stagione, ad un certo punto, avrebbe potuto anche affrontare accettando l'offerta del Napoli.

Aurelio De Laurentiis mi ha chiamato a gennaio? Non ho accettato la proposta del Napoli perché temevo di non potere essere utile alla causa. Avevo deciso di restare fermo. Avevo detto alla società azzurra che sarei stato disponibile dalla prossima stagione, ma non sono stato più contattato. Questa è la verità” ha ammesso l’allenatore toscano a cui non è dispiaciuto stare un po’ lontano dai riflettori.

Cosa ho fatto dopo l'addio alla Juve? Niente di particolare, ho fatto quello che non ho fatto per tanti anni. Sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo, ho visto tante partite e poi ho fatto una delle cose che mi piace di più, viste tante corse ciclistiche. Io vengo da una famiglia di ciclisti, mio nonno lo faceva e mio padre è stato corridore professionista. È una passione di famiglia. Allenare una squadra di ciclismo? Mi piacerebbe tantissimo, a volte chiamo Davide Cassani per farmi spiegare le corse”.

Maurizio Sarri

Getty ImagesMaurizio Sarri

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