CALCIO/EURO2020

Al via gli Europei, poco interesse

11 GIUGNO
CALCIO/EURO 2020

La scelta di un torneo itinerante lascia qualche dubbio. A Mancini il compito di creare entusiasmo.

GUIDO BAGATTA

Iniziano oggi gli Europei di Calcio forse più “sottotono” di sempre, almeno per quanto ne sta parlando la gente “comune” e non, ovviamente, gli appassionati e gli addetti ai lavori. All’uomo della strada, per tanti motivi, molti dei quali potete anche immaginarli, questi Europei, almeno per ora, interessano davvero poco. In giro la gente parla d’altro, in attesa che la nostra nazionale, oltreché per le divise di Giorgio Armani, conquisti anche il cuore del grande pubblico con risultati e, come dice Mancini, “bel gioco per divertire”.

E pensare che gli azzurri del Mancio, sino ad oggi, non hanno mai perso una partita e, almeno vedendoli da fuori, sembrano un gruppo fantastico, senza una vera e propria stella ma con una coesione che potrebbe portali lontani. Ma, per assurdo, forse, è proprio questo il motivo per il quale “in giro” non si parla tanto di questa nazionale. Fino ad oggi, non ci sono stati casi, liti, discussioni, né internamente né “dal di fuori al di dentro”, come era successo (i più navigati se lo ricorderanno sicuro) prima dei mondiali del 1982, con gli azzurri che si caricarono man mano, usando la benzina delle polemiche, che la stampa continuava ad attizzare, prendendo di mira tutto e tutti. In questo caso, i “nostri”, a parte l’affaire Donnarumma con il suo passaggio al Paris St. Germain, sono invece tutti “scentrati” rispetto al mirino della critica: tutti bravi ragazzi, vincenti (almeno per ora) con un buon allenatore che ha soprattutto capito che cosa si deve fare per allenare una nazionale, “animale” molto diverso da un grande club. In questi anni, Mancini ha fatto annusare la maglia azzurra a decine di giocatori, scegliendo ogni volta, quelli più in forma del momento o quelli che, da giovani, potevano essere i più futuribili.

La cosa ha funzionato bene, tanto che il Mancio si è portato all’Europeo uno come Raspadori, che, nonostante quello che ha fatto quest’anno nel Sassuolo, pochi (forse nessuno) dei colleghi che lo hanno preceduto, avrebbe mai convocato. Il suo inserimento in rosa ha conquistato le prime pagine dei giornali ma non ha certo scaldato gli animi dei tifosi come fecero, ad esempio, le convocazioni di Cassano e Balotelli che, ancora oggi, in pochi abbiamo dimenticato.

Tutta questa “ovatta” che circonda i nostri, fa ancora più impressione se pensiamo che la partita di oggi (più le altre due di qualificazione e l’eventuale quarto che ci riguarderebbe) verrà giocata a Roma e non,  che so, a Baku….Sicuramente la coda della pandemia, con un pubblico ridotto rispetto alla capienza da 70.000 dell’Olimpico, annacqua un po’ il nostro esordio con la Turchia, ma credo che sia piuttosto la formula “multi nazione” la vera colpevole di questo appiattimento d’interesse generale, che mi dicono non essere solo italiano, ma condiviso anche in Spagna, Francia e soprattutto Inghilterra, cosa ancora più “grave” se si pensa che a Londra si giocheranno semifinali e finali del campionato. Onestamente penso che questo format, tolga (invece di aggiungere, come ci raccontano) fascino al torneo e chi non lo capisce dovrebbe ricordarsi come era l’ambiente, nelle edizioni passate (anche dei mondiali) nei paesi che hanno ospitato le varie edizioni che sono arrivate prima di quella (disgraziata per il Covid) che ci apprestiamo a vivere.

GUIDO BAGATTA
Mancini

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