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Barcellona-Napoli, Gattuso: "E' come l'Everest"

7 AGOSTO
CALCIO/CHAMPIONS LEAGUE

Gattuso vuole un Lorenzo Insigne a pieno regime per lanciarlo titolare a Barcellona e avvisa il Napoli: "Abbiamo un Everest da scalare".

SPORT TODAY

Napoli al dentro o fuori col Barcellona. Azzurri chiamati a vincere al Camp Nou per volare ai quarti di Champions: l'1-1 dell'andata al San Paolo, impone a Mertens e soci l'impresa.

Gennaro Gattuso, in conferenza stampa, prende la parola alla vigilia del match. "Sappiamo che per noi sarà molto molto difficile, sappiamo che squadra affrontiamo, servirà una grande prestazione tecnica e tattica, forse neanche basterà, ma c'è la consapevolezza di affrontare grandi campioni".

"Insigne oggi s'è allenato al 100% con la squadra, domani voglio sentire dalla sua bocca che è al 100%, ma se non è al 100% non scenderà in campo, se è al 100% ci darà invece una mano. Lozano, non è cambiato nulla, dopo il lockdown ha lavorato duramente, rispetta le richieste mie e dello staff e sta avendo più spazio, ha caratteristiche diverse, ma se vuoi fare palleggio serve tempo ma per attaccare gli spazi e avere uno contro uno può fare la differenza. Non è un problema Lozano, ma di come vediamo il calcio e vogliamo giocare".

"Ultimamente abbiamo fatto uno sport diverso. Il calcio non è questo. Tutto il calcio mondiale è stato bravo a far ripartire la macchina, ma questo non è calcio. Abbiamo giocato ogni due giorni, anche la Coppa Italia. Non so chi abbia avuto più vantaggio. Noi abbiamo avuto tanto stress e fatica, abbiamo raggiunto l'obiettivo di vincere la Coppa Italia. Abbiamo giocato tante partite col freno a mano tirato perchè avevamo già raggiunto questo traguardo e non mi è piaciuto".

"Siamo quelli che ha palleggiato di più nel campionato italiano, seppur non abbiamo finalizzato ciò che abbiamo creato. Dall'andata a oggi, in qualcosa siamo migliorati".

"Se l'organizzazione tattica viene confusa con difensivismo non è un mio problema, da calciatore ho fatto cose importanti con caratteristiche opposte a ciò che cerco da allenatore e quindi mi porto dietro quest'etichetta".

"Il pubblico è il calcio, senza non è calcio. Ti dà emozione, vibrazione, ti fa sentire la partita, fa parte del contesto. Venire al Camp Nou e avere 90mila persone che cantano, senza una grossa personalità lo paghi sempre".

"Aver perso la Liga gli dà più forza, è abituata da anni a vincere e quando ti abitui lo vuoi fare sempre. Domani abbiamo l'Everest da scalare, in questi mesi ho sentito barzellette come che il Barcellona non sia in forma. Ha grandissimi giocatori e giovani che vederli è uno spettacolo".

"Fabian ha grandi margini di miglioramento, sa esprimersi con tecnica e palleggio e può migliorare ancora tanto. Ci sta dando tanto, è molto interessante e avrà una grande carriera davanti a lui. Per giovani come i nostri questo è un percorso da attraversare, alla loro età partite così devono godersele perchè potranno farne ancora tante altre".

"Se avremo la presunzione di andarli a prendere alti non ci siamo, bisogna aspettarli e capire cosa farà meno male. Da giocatore ne ho giocate tante così, da allenatore le vivo diversamente. Ai miei giocatori non devo trasmettere tensione, prima di eventi così bisogna ricordarsi da dove si è partiti e dove si è oggi: non fa male".

"Il Barcellona non è nei numeri, è nella metodologia e il modo di tenere il campo. Non è importante se gioca a 3 o a 4 in difesa, ma conta la loro mentalità e visione di calcio. E' una squadra unica. Puig? E' già giocatore, non un giovane. E' uno spettacolo vederlo, fa bene a chi ama il calcio e questo è merito della Cantera".

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