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Rodolfo Di Gilio: "Le regole vanno rispettate"

21 OTTOBRE
BASKET

"Fidiamoci per una volta di chi ha il dovere di tutelare la nostra salute" esorta il dirigente dell'ASD Basket Venegono

SPORT TODAY

Rodolfo Di Gilio, presidente dell'ASD Basket Venegono, ha inviato una mail a Sport-Today.it nella quale esprime il suo punto di vista sulla lettera del papà del piccolo Matteo che abbiamo pubblicato ieri. Ringraziandolo per il contributo la pubblichiamo integralmente.

Sono un dirigente di una società dilettantistica di basket (ma allora era pallacanestro) fondata nel 1963.

Amo il basket fin da bambino, ho 57 anni e da quando ne avevo 6 questa è la mia passione, addiittura una follia, dato che dopo aver giocato, allenato e altro in questa società, anni fa ho accettato di diventare Presidente di una società che aveva tantissimi debiti, rischiava di chiudere dopo 50 anni di attività e soprattutto avrebbe lasciato senza sport decine di bambini e ragazzi della zona.

Per questo ho rischiato, avendo una famiglia, ed ho accettato mettendo tante firme in banca per garantire i mutui che hanno salvato la società.
 
Questa premessa per far capire che io per il basket ho messo e ci metto la mia vita. E considero una missione far praticare sport ai bambini ed ai ragazzi visto che nel nostro Paese; questo la scuola non lo fa.
 
Ma questa lettera, pur comprensibile, va al di là di quello che sono disposto a mettere in gioco per salvare questo bellissimo sport (ma anche tutti gli altri sport): la salute dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie.
 
In queste settimane in cui abbiamo riaperto, pur con tutte le misure di prevenzione e tutti i protocolli, il mio terrore è che qualche bambino, ragazzo ma anche adulto padre di famiglia della prima squadra si ammalasse e diffondesse il Covid.
 
Perchè nel basket e minibasket, pur con tutte le misure e tutti i protocolli, non puoi evitare il contatto, il contatto è insito nel gioco stesso
 
Non abbiamo avuto alcun caso, siamo stati bravi o fortunati o forse il blocco regionale ci ha consentito di evitare l'inevitabile, visto che nella nostra palestra passano ogni giorno centinaia di utenti.
 
Lo sport è prima di tutto salute (ma anche tante altre cose: ediucazione, socialità ecc.) ma forse continuare a praticarlo quando la scienza ti dice che è pericoloso non è il modo migliore per tutelare chi lo prartica.
 
Per cui molto semplicemente al papa' che si appella alla politica per far tornare il figlio in palestra vorrei solo dire di pensare che se oggi suo figlio purtrooppo soffre per questa mancanza (di cui soffriamo anche noi adulti) è per preservarlo da pericoli maggiori, per consentirgli domani o dopodomani (perchè tutto questo finirà) di tornare in palestra in sicurezza, in tranquillità e poter evitare di ammalarsi o di contagiare i genitori, i nonni ecc. con conseugenze non solo sanitarie ma anche economiche.
 
Fidiamoci per una volta di chi ha il dovere di tutelare la nostra salute, non credo che siano scelte facili, non credo che sia crudeltà gratuita,  o superficialità, ma il tentativo di non peggiorare ancora di più la situazione, perchè oltre alla salute vi è il problema di non chiudere ancora tutto e di non far precipitare la nostra economia nel baratro. 
 
Di fronte a tutto cio', pur soffrendo questa mancanza, pur sentendomi perso in queste serate vuote di basket, nei fine settimana senza campionati, dobbiano fidarci e attendere che passi, per poi tornare tutti a correre dietro ad un pallone.
 
Da sportivi rispettiamo le regole, anche se ci fanno male.

Minibasket

FreepikBambino che gioca a minibasket

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