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Accade spesso, quando a trovarsi opposte sono le teste di serie numero 4 e 5, che il confronto fra le squadre rivali sia all’insegna dell’equilibrio e della lotta serrata. Per Milano e Bayern Monaco, avversarie da stasera in una delle quattro serie di playoff d’Eurolega, questo discorso è assolutamente valido.
Entrambe hanno concluso la prima fase con lo stesso record (21 vittorie e 13 sconfitte) guadagnandosi di forza la possibilità di giocarsi l’accesso alle tanto ambite Final Four, punto della competizione a cui l’Olimpia non arriva dal lontano 1988. Il digiuno dunque è molto lungo per quel che riguarda le Scarpette Rosse, decise però come non mai a non fermarsi tra le migliori otto (l’AX Armani Exchange non vi arrivava dal 2014) ma ad ambire a qualcosa di più grande.
L’ostacolo da superare in quest’ottica però non sarà dei più agevoli. Nonostante il 2-0 in stagione e il 5-3 nei precedenti all-time, quella di coach Andrea Trinchieri (sulla panchina dell’Olimpia sia a livello giovanile che come assistente in prima squadra) è una formazione temibile, statisticamente equiparabile a Milano e in grado di creare diversi grattacapi grazie alla difesa, all’intensità e alla coesione dei suoi uomini.
Tra questi spiccano l’ex della gara Leon Radosevic (a Milano nel 2011/12 e nel 2012/13), il talentuoso Wade Baldwin e due giocatori che, per versatilità e centimetri, possono fare la differenza come Vladimir Lucic e l’ex Reggio Emilia Jalen Reynolds. A loro si affiancherà anche Diego Flaccadori il quale, alla pari dei suoi compagni, cercherà di sostenere le ambizioni del Bayern e contribuire a un risultato davvero storico per i tedeschi.
Contro la voglia di stupire e la durezza mentale dei bavaresi (arrivati più riposati al grande appuntamento per il rinvio causa Covid-19 della finali di coppa nazionale), Milano non potrà assolutamente concedersi cali o permettersi di sottovalutare gli avversari anzi, dovrà tentare di giocare il suo miglior basket per indirizzare da subito la serie e avvicinare un traguardo da tempo agognato.
Getty ImagesLuigi Datome