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Olimpia, è arrivata la tua notte

28 MAGGIO
BASKET/EUROLEAGUE

Milano torna a giocarsi una Final Four di Eurolega dopo 30 anni: il pronostico è per il Barcellona, ma i ragazzi di Messina possono e devono crederci.

GUIDO BAGATTA

Finalmente ci siamo, dopo undici anni dall’ultima presenza italiana (Siena) in Eurolega e a ventuno dall’ultima vittoria (Bologna), il basket italiano torna sul palcoscenico più importante, quello delle Final Four. Domani sera a Colonia, Milano ritenta la scalata al gradino più alto del basket mondiale (NBA ovviamente a parte) giocandosi una semifinale durissima con il Barcellona, l’unica squadra che, durante la stagione regolare, ha messo davvero in difficoltà i milanesi.

Le "scarpette rosse" mancano dall’atto finale dell’Eurolega dal 1991 (quando ancora si chiamava Coppa dei Campioni), ma bisogna andare tre anni ancora più indietro nel tempo per trovare l’ultiima vittoria (delle tre totali) che l’attuale Armani ha in palmares. Con in panchina Franco Casalini (che aveva appena sostituito Dan Peterson) l’allora Tracer sconfisse il Maccabi di Tel Aviv, nell’improbabile impianto di Gent, in Belgio. Erano altri tempi, in tutti i sensi: questa volta si giocherà a Colonia, in un palazzo dello sport quasi da NBA, che però sarà un’altra volta deserto, per i soliti motivi legati al Covid.

Come abbiamo già scritto, in materia i tedeschi si sono dimostrati inflessibili, con l’Eurolega che, invece di agire cambiando la location della finale come ha fatto la UEFA per la Champions, ha lasciato tutto com’era, con il risultato che, a questa Final Four, mancherà ancora un pezzo importantissimo, la gente sugli spalti.

L’Armani arriva a queste finali con dell’ottimo vento in poppa, aumentato decisamente dopo l’ottima gara due di semifinale playoff, vinta largamente con Venezia. A confortare Messina deve essere soprattutto la difesa, che ultimamente è salita moltissimo di colpi, in maniera anche inaspettata, rasentando spesso la perfezione.

E con il Barça ce ne vorrà tanta, perché i catalani hanno davvero tante possibili soluzioni per un attacco che può correre, ma anche giocare a metà campo, utilizzando al meglio le qualità di Pau Gasol, l’ultima aggiunta ad una squadra che era già bella profonda di per sè. Che poi l’ex Lakers sia il” fit” giusto per il tipo di gioco di uno come Jasikevicius, questò è un altro paio di maniche, che l’allenatore lituano sta cercando di indossare da oramai un paio di mesi.

Ma, senza andare troppo oltre, il vero problema da risolvere per la difesa milanese sarà, tanto per cambiare, Nikola Mirotic, giocatore che ancora oggi farebbe la differenza in NBA e che ha scelto “l’esilio” catalano solo per motivi di vita extra-cestistica. Anche se ultimamente ha dimostrato di avere qualche problema, l’ex Milwaukee è l’uomo destinato, eventualmente, a sparigliare le carte della partita, ovviamente con la complicità di un Nick Calathes che sembra davvero non invecchiare mai. 

Rovesciando il piatto, il Barca avrà invece le mani piene nel cercare di contenere i tre esterni che per Milano stanno giocando, oramai da mesi (con, tra l’altro, diverse pause per infortuni) decisamente sopra le righe: Delaney, Punter e Shields sono giocatori che l’Europa intera ci invidia e che arrivano a questo appuntamento come meglio non si poteva sperare. E contate che abbiamo volutamente lasciato indietro Rodriguez, perché di lui e delle sue motivazioni da ex madrilista potete davvero immaginare tutto da soli.

GUIDO BAGATTA
Delaney Olimpia

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