ALTRI SPORT/RUGBY

Il paradiso è ancora lì

24 MARZO
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Il rugby azzurro resta nel Sei Nazioni.

GUIDO BAGATTA

D’accordo che 40 milioni di euro, per una federazione che non sia quella di calcio, sono un tesoro da prendere al volo e ad occhi chiusi, però il fatto che l’Italia, dopo mille voci che la volevano fuori dal “6 nazioni” di rugby, sia rientrata nel torneo, fa un po’ effetto, per usare un eufemismo. Giusto per inquadrare l’argomento, per quelli che non seguono questa disciplina da vicino, gli azzurri sono arrivati nel paradiso dell’ovale 22 anni fa, chiamati dai potenti per dare un equilibrio ad un calendario che, con solo 5 squadre in gioco, poteva esprimere solo due partite a settimana, per poco più di un mese di torneo.

Con l’aggiunta dell’Italia, il nuovo “6 nazioni” ha allungato la stagione, dando alla federazione internazionale la possibilità di vendere un prodotto molto più completo del precedente. Non importava poi troppo che i neo arrivati in famiglia, cioè noi, almeno sulla carta, erano tutt’altra cosa rispetto alle cinque federazioni fondatrici del torneo. Ci voleva uno “sparring partner” che potesse anche giocarsela sul campo: anche e soprattutto per questo, la nuova era del nostro Rugby, è cominciata con l’arrivo del nuovo millennio. All’inizio, dopo qualche scoppola di quelle che fanno male ma insegnano, gli azzurri hanno iniziato a giocarsela meglio, diminuendo rapidamente le differenze con almeno un paio dei nostri avversari, che, a turno, anno dopo anno, passavano da dominatori a problematici, a seconda di quello che potevano attingere dall’enorme serbatoio dei loro campionati nazionali. Nei primi 15 anni di permanenza nel “6 nazioni”, l’Italia ha vinto 12 partite (alle quali va aggiunto un pareggio) giocando un buon rugby e soprattutto appassionando i tifosi romani con una serie infinita di sold out nel vecchio Flaminio e poi con oltre quarantamila spettatori di media all’Olimpico.

Peccato però che poi dal 2015, le cose sia drammaticamente precipitate: un ricambio generazionale che non è mai arrivato come si sperava, ha fatto sì che gli azzurri, da quel momento in poi, non vincessero più una partita, finendo sempre in fondo alla classifica, “premiati” con il non tanto piacevole “cucchiaio di legno”. Sette anni senza portare a casa il risultato sono tanti, anche perché se all’inizio le sconfitte erano “di misura”, piano piano si sono trasformate in delle vere e proprie caporetto.

Con questo “storico” alle spalle, da mesi si vociferava che per il nostro rugby, il periodo ai piani alti avesse le ore contate. Circolavano i nomi di Georgia, Romania ed addirittura Russia, per sostituirci, anche se nessuna di queste squadre, alla, fine, avrebbe probabilmente fatto meglio di noi (peggio, è onestamente impensabile). E poi, volete mettere un weekend a Tiblisi invece che a Roma per i tifosi della squadra ospite? Almeno su questo piano non c’è mai stata corsa corsa.

Così, nelle ultime ore, quando, dopo tanto pessimismo attorno al nostro ovale, è arrivata improvvisamente la notizia che l’Italia sarebbe stata ancora nei giochi, per il prossimo quadriennio, tutti al Coni e dintorni hanno tirato un bel sospirone di sollievo. Prima fra tutti la federugby, che si sarebbe portata a casa il bottino di cui sopra, da utilizzare, almeno mi auguro, per programmare un futuro leggermente migliore del presente.

Alla fine, il board del “6 nazioni”, fatti i dovuti calcoli, ha ritenuto che conveniva a tutti tenersi l’Italia in casa, tanto, a livello sportivo, le cose non sarebbero cambiate poi di molto, con le altre 5 che avranno, almeno nel futuro prossimo, una specie di bonus, una partita da giocare, avendola praticamente già vinta.

Lo so, fa male a dirlo, ma almeno per un po’, scenderemo in campo sicuramente con tanta buona volontà ma anche e soprattutto con il ruolo di “squadra allenante” per i nostri avversari, che, in questa specie di turno di “pausa”, ci useranno per provare nuovi schemi e mettere in campo le riserve, in un test, per vedere come rendono in una partita vera.

Non bellissimo, ma per 40 milioni, ci si può anche sacrificare. Cosa ne dite?

GUIDO BAGATTA
Rugby Italia

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