ALTRI SPORT/GIOCHI OLIMPICI

Cinque cerchi a rischio boicottaggio

7 APRILE
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Biden alza la voce con Pechino.

GUIDO BAGATTA

A Losanna erano ancora alla ricerca dei “sali”, per cercare di riprendersi dalla notizia che la Corea del Nord non avrebbe partecipato ai giochi di Tokyo, che qualcosa di ben più pesante pioveva sul tavolo del presidente del CIO Thomas Bach, con la rete televisiva americana NBC che mandava in onda un servizio nel quale si ipotizzava il boicottaggio degli Stati Uniti e di altri paesi loro alleati delle olimpiadi invernali di Pechino, nel 2022. A buttare il sasso (o  forse meglio masso) nel lago era stato il presidente Joe Biden, attraverso il suo portavoce Ned Price,  facendo seguito alla serie di voci che si erano alternate in questi giorni, dopo le accuse al governo cinese per i sospetti (o meglio certezze) di deportazioni ed atti di schiavitù nella regione dello Xingjiang. Price ha detto che gli USA non hanno ancora preso una decisione ufficiale e che restano in attesa di potersi confrontare con un numero indefinito di altre nazioni che sarebbero disposte a seguirli nel boicottaggio. 

L’idea di non andare a Pechino, tra l’altro per una edizione dei giochi nata male sin dall’inizio, con solo la capitale cinese rimasta in lizza per organizzarli e con una location non propriamente “montana” come la megalopoli in questione, ha preso corpo quando la Cina ha risposto piccata ed offesa alla denuncia di numerose aziende di abbigliamento (tra queste Nike, H&M, Adidas e Zara) di come nella regione della Xingjiang dove si produce l’80% del cotone esportato all’estero, ci sia una reale situazione di schiavismo nei confronti degli Uiguri, una minoranza di religione mussulmana che è stata letteralmente deportata nei campi dello Xingjiang ed obbligata a  raccogliere il  cotone in cambio praticamente di nulla, salvo un pasto e l’alloggio dove vivere. 

Le cronache di quanto succede in questa zona ,situata nel nord ovest della Cina, circolano da parecchi anni, senza però che praticamente nessuno(a parte qualche gruppo internazionale che si occupa di diritti umani) abbia mai fatto nulla di reale  a livello diplomatico per tentate di renderle pubbliche e solo negli ultimi tempi, grazie alla dichiarazione congiunta di parecchie multinazionali, decise a non utilizzare più il cotone proveniente dallo Xjngjiang , il tutto aveva conquistato le prime pagine dei giornali.

La Cina, sino ad oggi ha sempre reagito al montare della notizia dichiarando che la stessa fosse costruita ad hoc dall’occidente per sporcare l’immagine della sua industria e del suo prodotto interno, invitando, tra l’altro, i cittadini cinesi a boicottare i negozi delle aziende che avevano denunciato i fatti.. 

In materia di Olimpiadi ci sono già stati in passato, tre boicottaggi. Ricordiamo quelle del 1976 a Montreal dove i paesi africani rinunciarono a parteciparvi con la scusa che la squadra di rugby neozelandese avesse effettuato un tour di partite in Sudafrica, ai tempi in pieno regime di apartheid. 

Quattro anni dopo ,tocco ai giochi di Mosca, boicottati dagli Stati Uniti e da altri 64 paesi (Cina compresa)per l’invasione sovietica in Afghanistan, con i russi e il loro blocco di nazioni vassalle, che a loro volta, senza un vero e proprio motivo ma solo per pura ripicca, non viaggiarono verso Los Angeles nel 1984. 

Adesso, si ricomincia, con Biden che ,a differenza del suo predecessore, promette, in materia ,di non essere affatto “tutto chiacchiere e distintivo”, ma di avere intenzione, da subito, di andare fino in fondo della questione. 

Guido Bagatta

GUIDO BAGATTA
Joe Biden

Getty ImagesJoe Biden

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