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Ginnastica, Ferrari: "Argento a Tokyo? Avevo l'amaro in bocca"

10 OTTOBRE
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La ginnasta italiana col tempo ha accettato il secondo posto: "Sapevo di non poterlo fare meglio di così. Simone Biles? Si vedeva che non era in lei".

SPORT TODAY

Dopo una carriera straordinaria, Vanessa Ferrari è riuscita finalmente anche a vincere una medaglia alle Olimpiadi, grazie all'argento conquistato a Tokyo 2020. Al Festival dello sport, la ginnasta azzurra ha raccontato le difficoltà che ha dovuto attraversare affermando con fierezza: "Sono riuscita sempre a rialzarmi, a ripartire da zero".

L'avvicinamento ai Giochi di Tokyo era pittosto incerto ma Vanessa Ferrari alla fine ha stupito tutti ancora una volta: "Ho provato fortissime sensazioni di soddisfazione nell'aver preso la finale, unico modo per potermela giocare tra le otto. Simone Biles? Anche negli allenamenti non l'avevo vista bene, non era la solita Biles".

Una finale per Vanessa Ferrari terminata col secondo posto: "Quando ho finito l’ultima diagonale a Tokyo ho pensato di avercela fatta a fare tutte le parti artistiche e interpretare la musica. Sapevo di meritarmi la medaglia, ma non sapevo quale colore avrebbe scelto la giuria. Io però sapevo di non poterlo fare meglio di così. All'inizio l'argento mi aveva lasciato un po' d'amaro - ammette la campionessa mondiale ed europea - ma poi ho accettato anche quello, ed è stato bellissimo all'arrivo a Malpensa, con tutti quelli che hanno creduto in me arrivati col bus". 

Infine, Vanessa Ferrari ha voluto mandare un messaggio importante alle giovani atlete: "La cosa migliore è non privarsi di niente: non abbuffarsi, ma non fare del cibo un problema. Non bisogna alimentarsi seguendo diete improvvisate o informarsi sui social, se si vuole essere seguiti, ci si rivolge a un medico. Ognuno ha il suo fisico, e deve essere così. Bisogna alimentarsi correttamente in base a ciò che si fa; privarsi del cibo è peggio". 

Il riscatto d’argento di Vanessa Ferrari

Getty ImagesLa medaglia della sofferenza. Dopo due amari quarti posti e una drammatica serie di infortuni, a 30 anni la ginnasta bresciana corona il sogno del podio olimpico con il secondo posto nel corpo libero con il punteggio di 14.200. L’Italia non andava a medaglia nella ginnastica femminile da Amsterdam 1928

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