ALTRI SPORT/ATLETICA

Jacobs e Tamberi: così diversi e così uguali

1 AGOSTO
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I quindici minuti più incredibili della storia dello sport italiano segnano per sempre l'Olimpiade di Tokyo 2020 e non solo: Gimbo il predestinato, Marcell l'americano che non parla inglese.

GUIDO BAGATTA

Unico rammarico: non essere lì, a Tokyo.

Ma poi, chissenefrega, la giornata del 1° agosto rimarrà nella storia indelebile dello sport italiano. Nel giro di 15 minuti abbiamo vinto due ori nell’atletica, quello di Gimbo Tamberi e quello, incredibile, di Marcell Jacobs, nei 100 metri, la gara regina dei Giochi dove sono passati Jessie Owens, Carl Lewis e Usain Bolt. Un trionfo che nessuno, ma veramente nessuno, si poteva aspettare.

Due ragazzi fantastici, due italiani veri che riportano in alto una disciplina come l’atletica, soprattutto quella in pista, decaduta oramai da tempo. Adesso possiamo svegliarci un po’ tutti, a partire dal neo presidente federale Stefano Mei, che davvero meglio non poteva iniziare il suo mandato. 

Per Gimbo Tamberi sono stati cinque anni durissimi, dopo che quel maledetto infortunio alla caviglia durante il meeting di Montecarlo lo aveva messo fuorigioco per i giochi di Rio 2016, dove poteva già giocarsi una medaglia. Cinque anni dove Gianmarco ha fatto di tutto per poter tornare quello del pre infortunio, finendo col vincere addirittura l’oro Olimpico…. pazzesco.

Durante questi lunghi anni, Gimbo ha anche dato spazio alla sua “vera” passione, la pallacanestro, giocando per la storica Mens Sana Siena, un’amichevole durante la quale ho avuto l’occasione di conoscerlo e passare una settimana insieme ad un ragazzo davvero speciale. Adesso che è campione olimpico sarà più facile dirlo, ma Tamberi era unico anche prima, per il suo spirito, la sua genialità, per il suo atteggiamento. E poi, era ed è un atleta straordinario, premiato da questo oro che lo consacra davvero.

La storia di Marcell Jacobs è decisamente differente da quella di Gimbo, predestinato da anni. Marcell non ha avuto grandi infortuni nella sua carriera, ma la strada verso il successo non è stata comunque facile. Da Desenzano a Tokyo, la strada è stata comunque lunga e tortuosa, passata anche da un mental coach che lo ha recuperato quando sembrava perso, almeno per l’atletica di gran livello.

Jacobs è un ragazzo davvero diverso: papà americano, ma non parla inglese, mamma bresciana, che è già nonna di tre nipotini, una pista per allenarsi sempre, anche d’inverno, che il suo vicino di casa gli ha costruito come per dirgli 'Grazie per quello che stai facendo'. Un paio di mesi fa, a Radiomontecarlo, l’abbiamo avuto ospite per una ventina di minuti, durante i quali è stato di una gentilezza e di una cortesia davvero unici.

Ovvio, non aveva ancora fatto nulla di immenso, ma in quelle ore era già sceso comunque sotto i 10 secondi, candidandosi ad essere, come poi è stato, il nostro nuovo re della velocità. Da lì in poi le cose si sono evolute molto rapidamente, con i Giochi che lo hanno prima portato a battere il primato italiano, poi quello europeo e poi a vincere l’oro.

Pazzesco, io non ci credo ancora, figuriamoci lui. Anzi, loro. Oggi, siamo tutti ancora molto più orgogliosi di essere italiani. Davvero.

Guido Bagatta
 

GUIDO BAGATTA
Tamberi, Jacobs

Getty ImagesL\'abbraccio a Tokyo tra Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs

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